Questa mattina ho davvero avuto una brutta sorpresa.
È domenica, quindi sveglia tardi con tutta calma.
Una buona colazione, in terrazza, perché la temperatura, ancora tiepida, lo permette…
Di fronte a me il mare del golfo di Muggia è un olio. In lontananza si vedono le gru gialle del porto, immobili spuntano dal mare.
Sono seduta davanti ad una tazza di caffè fumante leggendo e commentando con Giovanni – che mi ha viziata, come il solito, preparandomi la colazione – le notizie della giornata.
I ragazzi si sono già svegliati e gironzolano in pigiama per la casa, rilassati.
Tutto sembra filare liscio, quando mio figlio più piccolo mi si avvicina sornione informandomi, con noncuranza, che lo schermo del mio computer è tutto bianco e che quindi non può fare la lettera di inglese che aveva per compito.
Poi se ne va.
“Non avevo dubbi…. Sarà la solita scusa per non fare i compiti. Strano – mi dico – perché lui (l’altro meno) è molto diligente”.
Continuo comunque a leggere il giornale distrattamente senza preoccuparmi più di tanto della notizia. “Sistemerò più tardi – mi dico”.
Poi, con calma, realizzo che in quel computer c’è tutto il mio lavoro.
Mesi di lavoro.
Mi alzo e vado a vedere.
Orrore! Lo schermo del mio ultimo computer è disintegrato.
Dico ultimo perché il precedente su cui ho lavorato fino a poco tempo fa ha dato segnali di cedimento e sta per morire definitivamente dopo che i miei figli lo hanno infestato di virus, giocando a non so che giochetto e scaricando non so che cosa (e non lo voglio nemmeno sapere!)
Ho fatto appena in tempo a fare in backup di tutto il mio lavoro e a trasferirlo sull’altro computer. Ed ecco che mi ritrovo questo bel ricordino…
Naturalmente nessuno sa chi è il colpevole del misfatto. Io tendo ad immaginarlo, ma anche dopo un interrogatorio abbastanza serrato e spiacevole, prevale il mutismo e l’omertà.
Che si sia rotto da solo? Ne dubito fortemente.
Adesso mi ritrovo senza computer su cui scrivere.
Riesco ad attaccarmi allo schermo della televisione ed effettuo un ulteriore salvataggio sulla chiavetta di turno. Almeno il lavoro è salvo.
“Che qualcuno congiuri contro il blog che sta nascendo?…. Non mi importa, io resisto e con tenacia vado avanti”.
Compererò un altro computer (che metterò sotto chiave!).