Konopiště è il castello boemo legato alla memoria dell’arciduca Francesco Ferdinando, che vi soggiornò per più di vent’anni. Immerso in una splendida foresta, non dista da Praga più di trenta chilometri, per cui è una classica meta per una gita fuori porta domenicale.
Francesco Ferdinando acquistò il castello con la fortuna ereditata dal duca Ferdinando V d’Este, signore di Modena. Il duca perse i suoi possedimenti italiani a causa dei movimenti risorgimentali e si rifugiò in esilio a Vienna. Qui, roso dal desiderio di vendetta, promise tutto il suo ingente patrimonio (che era riuscito a portare con se nella fuga), nonché il titolo, a qualunque Asburgo si impegnasse a riconquistare il potere a Modena. Alla sua morte, nel 1875, l’ingente fortuna toccò proprio a Francesco Ferdinando, nipote del duca italiano, allora appena sedicenne. Francesco Ferdinando si chiamò, quindi, d’Asburgo d’Este. Non cercò mai di esaudire il desiderio dello sfortunato zio, ma piuttosto girò il mondo (famoso il suo viaggio attorno al pianeta sulla nave Königin Elisabeth iniziato proprio a Trieste nel 1892) per completare la sua educazione e soddisfare la sua passione più intensa, la caccia. Al ritorno, ormai prossimo erede al trono dopo la morte del principe ereditario Rodolfo, idealizzò la trasformazione dell’impero asburgico in uno stato federale. Scelse quindi la sua residenza in Boemia, a Konopiště, per sottolineare questo suo disegno progressista (la Boemia infatti non era riuscita ad ottenere soddisfazione come l’Ungheria, nella creazione di un regno autonomo). In realtà, è probabile che la scelta sia stata legata più alla sua passione per la caccia. Ancora oggi nel castello si possono vedere molti dei suoi trofei (si narra che abbia abbattuto più di trecentomila animali).
Mentre i suoi ideali naufragarono, come noto, nell’attentato di Sarajevo.
Konopiště offre, oltre al castello completamente rinnovato alla fine del XIX secolo dall’arciduca, uno splendido parco. E proprio il parco evidenzia il collante culturale che gli Asburgo avevano inevitabilmente prodotto all’interno dell’impero. Per dei triestini come noi, la somiglianza con il parco di Miramare è subito evidente. Lo stesso interesse per le specie vegetali spesso esotiche, l’equilibrio tra giardino all’italiana e zone più selvatiche, qualche corso d’acqua, statue neo-classiche ad abbellire i sentieri. E le somiglianze non si limitano al parco. Dopo la visita ed una passeggiata è normale che l’appetito si risvegli ed ecco che, in uno dei numerosi ristoranti del parco, la scelta cade fatalmente sul goulasch (di selvaggina) accompagnato dai knedliky, probabilmente l’unico piatto ceco di cui si possa facilmente indovinare il contenuto senza conoscere la lingua. La derivazione dal tedesco knödel è altrettanto evidente delle somiglianze del parco.
Ciò che gli Asburgo non sono riusciti invece a portare fino a Trieste è la squisita birra ceca, Pilsener, Budvar o Gambrinus, per ragioni che ci sono ancora ignote.
Paolo Pirona, ottobre 2013