Nella grande piazza virtuale e globale dei social network, in cui ogni giorno siamo soliti fare un giro per sentirci_ o illuderci di essere_ meno soli o per credere _ o sognare ?_ di essere a New York con @Lady Gaga o a Sochi con @Tina Maze o con il nostro @Christof Innerhofer si sta sviluppando un fenomeno di tendenza contraria e che indica un bisogno di ritorno alle radici locali.
Fenomeno che ha preso piede su Facebook, dove hanno molto successo i gruppi : “Sei di (nome di città o quartiere o zona della città) se…” .
Trieste, in questo, non è diversa dalle altre città d’Italia. .
Spopola il gruppo “Te son de Trieste se…” Ma esistono anche i gruppi “Sei di Trieste se…” , “Te son de Muja se…” , “Te son o te ieri de Servola se”, “Te son de Roian se”.
Emergono i luoghi della memoria, a volte un po’ nostalgici, ma anche pieni di ironia perché dietro molte espressioni ci sono secoli di cultura e modi di vivere, che ci riportano ai rituali, ai modi di essere, ai ricordi e alle certezze, che rendono unita una comunità, grande o piccola che sia.
Ecco allora che “sei di Trieste se…”:
te va al bagno; te sé andato in fiera per San Nicolò; te andavi a pasquetta in prà con parenti e amici a magnar radicio e ovi duri; sai cosa significa “un bich”; te andavi sul zitolo zotolo; qualcuno vi offre un “CAFFE’ DE COGOMA” sappiate che non è una qualità arabica o aromatizzata particolare, ma un semplice caffè fatto dalla moka; te zerchi longhi…e qualche volta te trovi; te se incontri alla luminosa; te ga butà un sardon…ogni tanto…; ….se te tiri su de la tecia la jota col caziul…..!!!!! ;se te son andà almeno una volta al pedocin! ;se te son stado almeno una volta alla Voliga… o de pepi sciavo! se in ‘sta stagion te tien pronti i iazini ! ; se te sa come iera fatta la carta regalo del negozio Orvisi. E cosi via…
Divertenti ricordi per chi a Trieste ci è nato, ausilio per chi a Trieste ci è arrivato o ci arriverà.