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Ho preso al balzo l’occasione della visita guidata organizzata dal Civico museo teatrale Carlo Schmidl per scoprire un vero gioiellino.
Un pomeriggio di una bella e fredda domenica invernale. E’ il 27 gennaio, giorno dell’anniversario della morte di Verdi.
Questa volta arrivo puntuale. Altri sono già lì ad aspettare; alcuni si uniranno dopo. Non siamo in molti _ peccato_ ma tutti molto interessati e alcuni grandi appassionati di musica. Saliamo al primo piano dello splendido Palazzo Gopcevich, magnificamente restaurato. La nostra guida_ esperta e eccezionalmente disponibile_ ci introduce nel mondo della lirica dopo un breve excursus storico del museo. Nato nel 1924 grazie all’opera di raccolta dell’editore musicale, commerciante di musica e collezionista Carlo Schmidl, era inizialmente collocato all’interno del Teatro Verdi. Dopo aver subito vari spostamenti, dal 2006 ha trovato la sua sede definitiva nel prestigioso Palazzo di via Rossini.
La prima tappa della visita è al primo piano nella saletta e nel corridoio che (r)accolgono le locandine _ tra le tante spiccano quelle di due opere di Verdi scritte appositamente per Trieste : “il Corsaro” e “Stiffelio”_ le stampe, alcuni articoli di giornali che testimoniano il grande passato non solo del Teatro Verdi (già Teatro Grande e Teatro Comunale), ma anche dei tanti teatri cittadini, alcuni dei quali andati distrutti o convertiti in sale cinematografiche_ il Mauroner andò distrutto nel 1876 prima della rappresentazione della Lucia di Lammermour. Restaurato come Anfiteatro Fenice, venne convertito in cinema Fenice, che andò a sua volta distrutto dalle fiamme (sigh!)
Si ha la sensazione di tuffarsi in un passato glorioso e culturalmente molto vivace!
Si prosegue poi lungo le sale del palazzo che accolgono, oltre alla raccolta di strumenti musicali, europei ed extraeuropei, un magnifico medagliere, una mostra temporanea dedicata al baritono lussignano Giuseppe Kaschmann, vari costumi di scena…
Non avrei mai immaginato una tale ricchezza di materiale!
Nella sala centrale, dedicata ai grandi compositori, si può ammirare anche un manoscritto di Verdi _una ninna nanna scritta per la nascita del figlio di Giovanni Severi, discreto baritono che ospitò a Trieste il Maestro per alcune settimane in occasione della messa in scena di Stiffelio.
Si sale ulteriormente di un piano. Troviamo la sorpresa della collezione di strumenti meccanici, tra cui i più sofisticati sono due piano player attraverso i quali venivano compiuti i primi studi per conservare il suono.
Ma la vera chicca è la sala dedicata a Giorgio Strehler: è qui si può trovare tutto ciò che Strehler aveva di privato, raccolto grazie alla generosità delle sue donne.
Mi accorgo che il tempo è passato velocissimo e che sono riuscita a vedere solo una parte di questo meraviglioso Museo, che racchiude oltre al materiale esposto anche molto di più: una enorme biblioteca, specializzata in musica e spettacolo con una eccezionale sezione dedicata ai libretti d’opera; un archivio, famoso nel mondo, in cui la vita e l’attività di teatri ed artisti sono documentate dalla raccolta di manifesti, programmi schizzi, bozzetti e quant’alto; la mediateca , la fototeca…..
Un ultima considerazione: anche se non amate la musica, solo il palazzo merita una visita. Il restauro è splendido e i pavimenti_ di legno intarsiato con madreperla_sono una vera rarità.
Il Civico Museo teatrale Carlo Schmidl , via Rossini, 4 è aperto tutti i giorni, escluso il lunedì dalle 9 alle 19