L’occasione arriva da fb. Da una bella foto delle Ginestre splendido “bagno” triestino, meta ideale per passare una bella giornata di mare pieno.
Oltre al bivio, ultimo baluardo del toc^ mordi e fuggi, iniziano i dieci chilometri di strada costiera, che portano verso Sistiana e verso l’autostrada.Dieci chilometri di strada, aggrappata alla roccia dura e grigia del ciglione carsico, macchiata, agli inizi dell’estate, da ciuffi gialli di ginestre.
Lì sotto, all’altezza dell’indicazione “Marina Aurisina”, si scende per una strada scoscesa, a picco sul mare, dalla quale, in lontananza, si scorge il baluginio argenteo dei filari di pedoci (id est cozze).
Una strada tutta curve che finisce in questo storico bagno, che prende il nome dai bei fiori gialli , prezioso angolo nascosto nel verde lungo il litorale.
Non avrei ai immaginato, appena arrivata a Trieste di sbucare in un posto così incantevole.
Mare totale a soli 15 minuti dalla città! Impensabile per chi come me aveva vissuto fino ad allora nella afosa pianura Padana.
Più lontano dalla città rispetto ai “bagni” cittadini e meno vicino alla concezione dell'”andar al bagno” triestina, alle Ginestre ci sia va quando si ha a disposizione una giornata libera _ o almeno mezza _ ci si va attrezzati _ materassino, ombrellone, pranzo eccetera _ in modo tale che l’uscita assomiglia di più alla classica gita al mare.
Lasciata la macchina nei comodi parcheggi ricavati uno ad uno sui pastini (id est terrazzamenti) che digradano verso il mare, si scende a piedi per scalette e discese immerse nel verde.
Prima di arrivare al bar, se si gira verso destra si arriva in una piccola spiaggia, di ghiaia sottile, schiacciata contro la parete di roccia e delimitata da imponenti pini marittimi le cui fronde offrono un riparo dal sole.
Era la mia meta preferita quando con le amiche venivamo con i piccoli che giocavano ed imparavano a galleggiare. Alcune prendevano in affitto un capanno, in cui lasciavano l’occorrente per la giornata, un tavolino su cui mangiare, qualche brandina, i giochi dei bambini. Ma dopo una giornata di mare intenso la sera si tornava di nuovo a casa, magari con i bimbi già mangiati e docciati, pronti per andare a letto _ c’era anche chi, dopo la doccia li metteva direttamente in pigiama!
Ora che i figli sono cresciuti, invece, alle Ginestre ci vengo da sola con le amiche per godermi una giornata di mare in santa pace. Non più spiaggetta ma un comodo lettino davanti al mare a sbabazzare, a nuotare costeggiando la lunga spiaggia di ghiaia che arriva fino al porticciolo di Canovella degli Zoppoli. Verso sera prima di rincasare, è d’obbligo un buon aperitivo sotto le fresche frasche del bar, con lo sguardo rivolto al mare: a soli quindici minuti di distanza, ma anche ad anni luce dallo stress della città.