L’altro giorno sono stata al Salvagente, trattoria “unica” a Trieste.
Ci sono stata con il preciso intento di mangiare “canoce”. id est cicale di mare
Fino a fine febbraio, infatti, quando inizia o dovrebbe iniziare a fare caldo _ come insegna Edi, il delizioso cuoco _ è tempo di canoce e qui le puoi trovare sia impanade e fritte, sia in bianco: una vera rarità da intenditori.
Le ho trovate “ panade”. Buone e delicate.
Eccovi la facile ricetta. Basta solo un po’ di paienza!
Ingredienti
Canoce (cicale di mare). La quantità varia a seconda dei commensali. Comunque una dozzina a testa
farina q.b
2 o 3 uova
un goccio di latte
pane grattugiato q.b
una presa di sale
olio di arachidi per friggere
Preparazione
Sgusciare le canoce.
Questa è l’operazione più lunga e noiosa di tutta la ricetta. Bisogna usare le forbici e tanta pazienza.
Per sgusciarle più agevolmente Roberta, moglie di Edi, e sua valida collaboratrice, mi ha suggerito di metterle una mezz’ora in freezer, prima di sgusciarle.
Io ho un metodo ancora più semplice: lo faccio fare da Dorina la pescivendola di via Combi. La avviso la mattina di buon ora alla mattina e lei mi prepara le canoce sgusciate per l’ora di pranzo.
Quando le canoce saranno tutte sgusciate procedete all’impanatura e alla frittura.
Per l’impanatura ripeto qui quanto mi ha insegnato la mia cara amica Antonella, riguardo ai sardoni panati.
Mettete su un piatto la farina, in un piatto fondo intermedio delle uova sbattute con un po’ di latte e un pizzico di sale – la Anto dice che ci va anche una grattuggiata di pepe misto, compreso il pepe rosa che da un buon sapore – infine il pane grattugiato su un terzo piatto. Passate le canoce una ad una prima nella farina, poi nell’uovo ed in fine nel pan grattato. Quando le canoce saranno tutte impanate, procedete alla loro frittura. Per la frittura, usare solo olio di arachidi, scaldarlo quanto basta e immergervi le canoce. Quando saranno dorate da una parte, giratele. Poi, quando saranno ben cotte, scolatele ed asciugatele su carta assorbente.
Infine, mangiatele accompagnate da un buon calice di Malvasjia Istriana freschissima (fondamentale per Antonella!).