Anno 1996
Regia Anthony Minghella
Sceneggiatura Michael Ondaatje, Anthony Minghella
Attori Ralph Fiennes, Willem Dafoe, Juliette Binoche, Kristin Scott Thomas, Jurgen Prochnow
Durante la seconda guerra mondiale un giovane pilota ungherese viene trovato sfigurato dalle ustioni. Di lui non si conoscono né il nome né il passato. Per tutti è il paziente inglese, accudito da Hana, giovane infermiera inglese in un vecchio monastero dove tutto acquisterà un senso.
Il Porto vecchio di Trieste viene utilizzato dal regista in una breve scena per rappresentare il porto di Tobruk, in Nordafrica, nel giugn del 1942 quando viene conquistata dai tedeschi.
E’ da quando sono arrivata a Trieste che sento parlare del suo Porto Vecchio, della sua possibile destinazione e riconversione.
Sono passati oramai quasi diciotto anni e il Porto Vecchio è ancora lì, in attesa di una qualche decisione.
Qualche cosa in verità si è mosso: il Magazzino 26 è stato ristrutturato in occasione della Biennale di Venezia, nel 2011 e successivamente utilizzato per qualche mostra.
Poi più nulla. Da pochi giorni è stato _ ahimè _ occupato dagli uffici amministrativi dell’autorità Portuale.
La vicina Centrale Idrodinamica, anch’essa ristrutturata, è visitabile, ogni giorno dalle 9 alle 13 ed è occasionalmente sede di mostre e di incontri, mentre la Sottostazione Elettrica di riconversione, anch’essa ristrutturata, è stata aperta lo scorso marzo in occasione delle giornate FAI di primavera con grande affluenza di pubblico, ma poi, inspiegabilmente, nuovamente chiusa al pubblico.
La zona del porto vecchio che è ancora punto franco, invece, è completamente interdetta al pubblico.
Lì c’è il Magazzino 18, dove sotto la coltre polverosa di una storia dimenticata giacciono le masserizie, mai ritirate, che gli esuli istriani si sono portati con sé dopo aver dovuto abbandonare le terre cedute alla Jugoslavia nel 1947.
Eccezionalmente è stato aperto al pubblico recentemente per due settimane, sull’onda dell’emozione suscitata dal bello spettacolo di Simone Cristicchi.
Poi più nulla.
Io in Porto vecchio ci vado ogni settimana a correre.
Sull’asfalto, intorno al Magazzino 26 sono segnati, con una bomboletta spray, i metri di percorrenza per le ripetute: 100, 200, 300….
Insieme a me corrono molti altri. Con quella luce speciale dei tramonti triestini, quando il sole, basso sul mare illumina i silenziosi e imponenti magazzini, che sono lì ad aspettare pieni di speranza.