Sotto la superficie del Carso Triestino si nasconde un mondo meraviglioso fatto di caverne, pozzi e gallerie naturali … nella Grotta Gigante potete esplorare questo mondo fantastico scendendo a ben 100 metri di profondità, dove vi attende la sala naturale più grande del mondo.
31 maggio 2014
L’ho percorsa in senso contrario.
Sono entrata da quella che solitamente è l’uscita.
L’occasione per tornare alla Grotta Gigante è stata il Bike Trial organizzato dalla società Alpina delle Giulie, che la gestisce, per salutare l’arrivo del Giro d’Italia Trieste.Non avevo realizzato cosa fosse effettivamente questo bike trial.
Sono entrata. Ho percorso la scala di uscita, illuminata da mille piccole lucine, a ritroso.
La Grotta è enorme. Non me la ricordavo così grande. E’ chiusa al pubblico per l’occasione.
Dal fondo della grotta sento un brusio sommesso. Vengo assalita da una vaga inquietudine, quella della solitudine.
Le voci lontane mano a mano si fanno più vicine e mi guidano verso quello che chiamano il Belvedere, la terrazza sulla Grotta.
Finalmente riesco ad intravedere qualche essere umano. “Sono salva” mi dico, tra me e me.
A questo pensiero alzo gli occhi e rimango sbalordita. Lo spettacolo che ho davanti è grandioso.
Sono circondata da un imponente spettacolo di stalattiti e stalagmiti, sapientemente illuminate.
I colori naturali delle pareti, con sfumature rossastre, bianche e grigie incantano.
Vicino al fondo della Grotta si nota la “palma”, la seconda stalagmite in ordine di altezza dopo la cd. Colonna Ruggero, che lascio alla mia destra scendendo verso la base della Grotta.
Lì sotto, nel punto più basso della Grotta partirà il Bike Trial. Scendo fino al punto della partenza.
Seguirò l’impresa passo passo, insieme ad altri giornalisti, dietro il biker Davide Iacoponi, un toscano tutto muscoli e nervi, che affronterà in sella alla sua bici i 500 gradini irregolari in pietra, risalenti al 1908, suddivisi in rampe strette e ripide, che segnano i 114 metri di dislivello verticale del sentiero che attraversa la Grotta Gigante.
Le condizioni ambientali nelle quali Iacoponi dovrà affrontare la sua performance sono quelle della Grotta: una temperatura costante di 11 gradi e un’umidità elevatissima, prossima al 100%, che rende i gradini perennemente bagnati e scivolosi.
Dovrà impiegare meno tempo possibile e non toccare terra con i piedi.
Davide è già alla partenza che si prepara all’impresa, contornato da fotografi, video makers e giornalisti.
Guardo verso l’alto.
Vedo dal basso la scala illuminata, che si inerpica, ripida su fino a quella che solitamente è l’entrata della Grotta.
Partito.
C’è il silenzio tipico delle grandi imprese, rotto solo dal rantolo di fatica di Davide e dalla voce del giudice che incoraggia l’atleta.
Il buio della Grotta è squarciato dai lampi dei flash dei fotografi.
La fatica dell’atleta è nell’aria. Soffriamo tutti con lui.
Mano a mano che si sale si inizia ad intravedere uno spiraglio di luce. Un sollievo. Siamo quasi arrivati.
Un applauso rompe il faticoso silenzio.
Davide ce l’ha fatta. Ha compiuto l’impresa.
Abbandonata a terra la sua bicicletta, Davide riesce, tra un respiro affannato e l’altro ad accennare ad un sorriso.
Dietro di noi un gruppo di turisti tedeschi si gode la scena.
Le visite continuano, ogni giorno.
Per saperne di più, guarda:
Grotta Gigante / Società Alpina delle Giulie _ Sezione del Cai di Trieste
Località Borgo Grotta Gigante 42/A – Sgonico (Trieste)
tel. e fax 040/327312
info@grottagigante.it
www.grottagigante.it