Anno 1987
Regia Peter Del Monte
Sceneggiatura Peter Del Monte, Silvia Napolitano, Sandro Petraglia
Attori Kathleen Turner, Gabriel Byrne, Sting, Gabriele Ferzetti.
Giulia e Giulia è il primo lungometraggio al mondo di fiction girato in elettronica ad alta definizione.
Giulia, una giovane donna americana, rimane vedova durante il viaggio di nozze causa di un tragico incidente stradale. Sei anni dopo trova la forza di tornare a Trieste, dove nel tentativo di recuperare parti della sua vita di giovane sposa, inizia a vivere un doloroso sdoppiamento tra realtà e immaginazione, tra ciò che è e ciò che avrebbe potuto essere stato. La sua mente però si perde in un confuso intersecarsi di eventi che la condurranno all’omicidio e al suo rassegnato isolamento in una clinica psichiatrica.
Piazza Unità d’Italia appare in molte scene del film. La si intravede dietro alla vetrata del posto di lavoro di Giulia. La si vede dall’alto, quando Daniel (Sting) insegue Giulia. Ci si piuò sedere con Daniel al “caffè degli Specchi” a prendere qualcosa da bere.
La piazza Unità, il salotto di Trieste, è la piazza più estesa d’Europa che si affaccia sul mare.
“Splendida” “Immensa” “ la Grande bellezza” “Da togliere il fiato”… questi alcuni degli ultimi commenti su Trip Advisor.
Inizialmente si chiamava piazza San Pietro, poi piazza Grande. Il nome piazza Unità lo assunse quando Trieste fu annessa al Regno d’Italia dopo il 1918. Nel 1955, quando Trieste tornò nuovamente all’Italia con lo scioglimento del territorio libero di Trieste, la piazza prese il nome attuale.
Tra il 2001e il 2005 è stata ristrutturata completamente. La pavimentazione in masegno è stata sostituita da sottili blocchi in arenaria, la fontana dei Quattro continenti è stata posta nella sua posizione originaria davanti all’ingresso principale del municipio e, sul lato mare, è stato installato un sistema di illuminazione con led luminoso blu_ che ha suscitato accese critiche, ma che è di indiscusso effetto _ a ricordo dell’antico mandracchio, interrato tra il 1858 e il 1863.
Osservando la piazza dal lato mare, in senso orario, si affacciano sulla piazza questi palazzi: il palazzo della Luogotenenza austriaca, ora sede della Prefettura, caratterizzato da mosaici che ora raffigurano lo stemma della casa sabauda che sostituiscono quelli originari che raffiguravano lo stemma imperiale austro-ungarico; poi il palazzo Stratti, dove si trova il caffè degli Specchi, storico caffè triestino; il palazzo Modello; il municipio sulla cui torre municipale ci sono due automi bronzei, “Mikeze e Jakeze” che fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore; palazzo Pitteri, il più antico palazzo della piazza, il palazzo Vanoli, sede dell’albergo “Ai Duchi” e il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione.
Quando sono arrivata a Trieste la piazza era più o meno quella che si intravede dalla grande vetrata dietro alla scrivania di Giulia, nel film.
La fontana era sulla sinistra.
I tavolini dello storico caffè agli Specchi erano quelli su cui stava seduto un giovanissimo ed affascinante Sting in attesa di un’inquietante Kathleen Turner.
Contornati da ombrelloni battuti da un vento che a Trieste si fa spesso sentire.
Lì mi sedevo, sui tavolini in prima fila, a controllare, come tante altre mamme, i bambini che scorrazzavano felici sulla piazza.
Davanti a noi il mare. Uno spettacolo mozzafiato, che non riesce mai a stancare.
Ancora adesso mi vado a sedere agli Specchi, di recente passati di mano e rimessi a nuovo.
La piazza è più o meno sempre la stessa.
Dopo la ristrutturazione la fontana è stata spostata al centro. I bambini, di giorno, ci giocano intorno, inseguendo un pallone o inforcando le loro biciclettine nuove fiammanti.
Ma è verso sera, al tramonto, quando il sole si tuffa nel mare e allunga le ombre, che la piazza diventa di una bellezza disarmante.
Allora seduti agli Specchi davanti ad uno spritz si aspetta che le mille lucine blu sul pavimento illuminino una piazza che sa di magia.
Grazie! Che bel blog, complimenti! Ti ringrazio perché, da triestina “d’adozione” emigrata poi in Baviera, sento molto la mancanza di Trieste. Mi trovo bene dove sto ora, ma la nostalgia a volte è davvero forte!