Non sono un’amante delle saune e dei bagni turchi, ma questa volta sono troppo curiosa per rinunciare.
Solo a Trieste_mi sono detta_ può esistere e sopravvivere un bagno diurno comunale. Un bagno nel passato. Rigorosamente regolamentato_ giorni dedicati solo alle donne e giorni solo per gli uomini.
Spinta, dunque, dalla mia curiosità e sollevata dal fatto che comunque mi sarei trovata solo tra persone del mio stesso sesso_un po’ troppa pruderie?_ ho deciso di concedermi qualche oretta tutta per me. Ho deciso di fare la prima sauna della mia vita.
Mi sono avvicinata all’edificio dei primi del ‘900 con la tipica titubanza del neofita.
Sono entrata.
Un vero tuffo nel passato. Il portone con le indicazioni originarie dell’epoca, linde piastrelle azzurro chiaro, infissi originari restaurati. Su un tavolo alcuni teli bagno perfettamente impilati.
Alla cassa_ per la sauna 15 euro per due ore; per la doccia 1 euro_ mi danno alcune informazioni generali e , visto il mio disorientamento, mi affidano ad una gentile signora che mi introduce nei locali sottostanti. Docce, stanze per la sauna secca _ a 90° e a 50°_ bagno turco, stanza per il riposo con brande e coperte “vintage”, spogliatoio. Tutto rigorosamente in stile austroungarico. Tutto perfettamente mantenuto e pulito.
Non in stile, ma comunque sempre d’altri tempi, gli armadietti e l’asciugacapelli. Dal soffitto pende anche un casco da parrucchiera per chi, coraggiosamente, ha voglia di cimentarsi con i bigodini!
Vengo rifornita di un chimono e, solo perchè è il mio primo giorno, anche di un telo bagno.
Nello spogliatoio solo una signora che si prepara per uscire. Nessun altro.
Inizio a prepararmi.
Ho deciso di iniziare con il vapore. Entro. Un gran caldo _ quello sì_ ma non mi pare ci sia troppo vapore. Ma …. Dopo una decina di minuti spalanca la porta una signora piuttosto alterata, in costume adamitico, seguita da un’inserviente. Si lamenta che l’impianto di riscaldamento è andato in blocco, il vapore non esce e la sauna è solo a 70°! Realizzo di essere stata per più di 10 minuti in un caldo, che già mi pareva insopportabile, senza accorgermi che l’impianto non funzionava!!! Seguo la signora nella stanza della sauna secca.
Intanto provvedono ad aggiustare l’impianto.
Mi stendo su di una panchina di fronte alla mia compagna di sauna. Inizio a sudare e a boccheggiare. Il termometro _ rigorosamente dell’epoca, ma perfettamente funzionante_ inizia a risalire verso i 90°. Nel mio torpore, rimango ad ascoltare le chiacchiere della mia compagna di stanza. E’ venti anni che frequenta la sauna. Al pomeriggio_ mi dice_ c’è poca gente ma la mattina e all’ora di pranzo si possono trovare professionisti, giornalisti, studenti. Le anziane signore che durante la bella stagione frequentano il “Pedocin” _ bagno “Alla Lanterna” anch’esso rigorosamente diviso, maschi da una parte e femmine dall’altra_d’inverno sono tutte qui. E’ pulito, salutare, poco costoso, a ridosso del centro e facilmente raggiungibile. Qui ci hanno girato pure un film _ “Diverso da chi” . Peccato, si vocifera, lo vogliano chiudere. Troppo costoso.
I minuti scorrono, la temperatura sale e mi diventa insopportabile. Esco, mi faccio una doccia tonificante e mi infilo sotto le lenzuola e coperta della sala adibita al riposo, con un buon libro. Sono sola, l’atmosfera è ovattata, la luce soffusa… Penso già che ritornerò.