Adesso so _ almeno a grandi linee _ come è fatta la birra.
Sono stata a Sgonico a trovare Valentina e Michele, produttori della birra artigianale Cittavecchia, accompagnata dalla mia amica Anna.
Non appena arrivata mi vengono subito “serviti” alcuni chicchi di malto, messi lì sui grandi tavoloni colorati di quella che, da quest’anno, è l’osteria della birra artigianale, aperta tutti i venerdì, sabato e domenica dalle 17.00 alle 23. Due grandi gazebo ci riparano dal solleone di un inizio estate che si prospetta rovente. Dietro al banco le spine delle birre sono pronte. Aspettano gli avventori.
Un’ osmiza della birra, si potrebbe dire… ma non si può. Il concetto è però lo stesso. Birra, al posto del vino, e assaggi freschi di formaggi, affettati e quant’altro. La freccia _ gialla come il colore della birra _ che indica l’osteria, c’è. Manca la frasca, che una volta c’era.
Tornando al malto, è una bella sorpresa, è buonissimo tanto che sia io che Anna continuiamo a sgranocchiarlo sotto i denti.
Nel frattempo, accompagnata da Michele, vado sul retro, nei locali dove la birra viene prodotta e conservata.
E scopro moltissime cose.
Che quello che ho mangiato e che ho chiamato malto altro non è che orzo maltato; che maltare l’orzo o altri grani significa indurre la germinazione e dopo alcuni giorni interromperla tramite essiccazione. determinando la conversione degli amidi del cereale in zuccheri, e di conseguenza rendendo possibile la fermentazione di un infuso di cereale che serve a produrre la birra; che la birra Cittavecchia usa solo l’orzo maltato e non altri cereali, come la birra tedesca; che il luppolo, quella pianta che vedo arrampicarsi su fili ben allineati nei campi tedeschi, serve a rendere più amara la birra; che l’orzo viene fatto cuocere in enormi contenitori…
Non confesso a Michele che pensavo che esistesse birra s’orzo e birra di malto! Mi consola solo che Anna non è da meno.
Scopro anche e soprattutto una passione. Quella di Michele per il lavoro che fa. Insieme a Valentina ha lasciato Milano, dove entrambi _ lui come designer, lei come grafica_ lavoravano presso lo studio di Ettore Sottsass, per venire a Trieste.
Qui hanno creato dal nulla o meglio da un hobby questo piccolo birrificio, nell’oramai lontano 1999.
Cittavecchia, come il nome della zona dove inizialmente avevano trovato uno spazio per la loro attività. Lo spazio è poi sfumato. La birra Cittavecchia è ancora qui.
Insieme a Valentina ha sperimentato. Ha creato cinque varietà di birra, tutte fresche, non pastorizzate e non filtrate, naturali: sono la Chiara, la Rossa, la Formidabile, la Weizen e la Karnera. Oltre alla San Nicolò unica della gamma prodotta solo stagionalmente in occasione dell’omonima festa. Birra che conosco bene perchè è il regalo natalizio di rito per mio fratello _che lui si spetta e che apprezza molto.
Continuano a sperimentare. “Stiamo sperimentando cambiamenti nelle ricette e in lavorazione _saranno pronte tra circa un mese _ ci sono due tipi di birra una più corposa e una più leggera, estiva” mi dice Michele
“Nessun rimpianto nel lasciare Milano, nonostante conserviamo lì ancora moltissime amicizie _ mi dice Valentina _
E poi a ben vedere c’è una continuità tra il nostro lavoro precedente e questo: la voglia e la passione per realizzare qualcosa di nostro e in qualche modo di avanguardia, una cultura della qualità che fa parte del nostro modo di intendere il lavoro, qualsiasi lavoro, e che continuiamo a cercare di proporre con tutte le nostre forze”.
I primi avventori arrivano, all’osteria.
Io e Anna siamo ancora lì che sgranocchiamo del malto davanti ad un bel bicchiere di birra freschissima.
Birrificio Cittavecchia
Z.A. Stazione di Prosecco, 29/E
34010 SGONICO(TS)
040251060
info@cittavecchia.com
www.cittavecchia.com