Dove c’è Svevo, c’è anche l’infaticabile Riccardo Cepach.
E’ lui che ha curatole iniziative per le celebrazioni del 150enario di Svevo nel 2011.
E’ lui che ha pubblicato, tra gli altri, insieme all’amico e studioso Simone Volpato “Alla Peggio andrò in biblioteca” sui libri ritrovati di Italo Svevo.
E’ lui che ha presentato sempre insieme a Volpato il ricettario di Villa Veneziani, da cui attingo a mani basse per le mie ricette della domenica.
E’ lui ce mi ha accolto nel Museo Svevo, di cui è il responsabile.
Mi sono presentata al Museo in una soleggiata e mite mattinata di gennaio, come al solito in_ questa volta solo _ leggero ritardo.
Al secondo piano di un bel palazzo in via Madonna del Mare 13, ex carcere femminile in periodo austro – ungarico
La sede dovrebbe essere provvisoria, in attesa che venga ristrutturato il palazzo in Piazza Hortis dove il Museo, in origine, quando è nato nel 1998, stava.
Girellavo tra manoscritti gelosamente conservati da vetrine ben lustre, libri autografi, foto di famiglia_ la famiglia Veneziani, moglie di Svevo, “perchè la ricca era Lei” _ quando da dietro una parete sento una voce che dice “Sono qui, qui dietro…”
Una voce sempre più vicina finchè non scorgo Riccardo che mi viene incontro, con la sua solita aria bonaria e il sorriso stampato sulla bocca.
Parliamo del Museo, nato dal lascito di Letizia Fonda Savio, figlia di Svevo.
Viene lasciato quello che di Svevo era rimasto dopo il bombardamento e incendio della villa nel 1945: un armadio, una penna d’oro, il violino e dei portatovaglioli e una quarantina di libri tra i quali l’edizione postillata di Senilità.
Su questo nasce il Museo, nel 1998.
Successivamente vengono ritrovati, nel fondo Fonda Savio presso l’Università, dall’instancabile Simone Volpato, settanta libri appartenuti allo scrittore e che il genero aveva scelto tra i tanti.
Riccardo mi porta in giro per le due ricchissime sale_ qui c’è tutto Svevo: commedie, saggi e articoli, novelle, favole, pagine di diario e appunti personali e il ricchissimo epistolario. E tante foto, tratte dall’album di famiglia_ del Museo.
Al centro, in una bacheca, la copia della Coscienza di Zeno appartenuta a Saba con la firma in bella mostra sulla copertina e la scritta autografa“mio”.
Si ferma a mettere a posto le didascalie appese “provvisoriamente”sul muro del Museo, in attesa dello spostamento, di nuovo in Piazza Hortis.
Scherza dicendomi “ adesso sai perchè sono qui. Perchè sono alto e posso mettere a posto anche le didascalie più in alto!”
La stanza attigua al Museo Svevo è il Museo Joyce, nato il 16 giugno 2004, in occasione del centenario della sua venuta a Trieste.
“Punto Joyce, sarebbe meglio chiamarlo _ mi dice Riccardo _ perchè di Joyce qui c’è quello che riguarda il suo periodo Triestino ed in particolare il rapporto con Svevo”. L’epistolario è notevole.
Qui, tra le tante c’è, in una bacheca la lettera di Joyce in cui indirizza Svevo ad alcuni autori francesi per la pubblicazione dei suoi libri.
Fin qui il Museo.
Ma oltre al Museo e intorno al Museo si sono sviluppate molte attività legate a Svevo e Joyce.
Per quanto riguarda Svevo, l’evento principale, la celebrazione ogni anno del compleanno dello scrittore, il 19 dicembre. Quest’anno è stato festeggiato con la pubblicazione da parte del Piccolo del ricettario e con un bel concerto del Francesco De Palma Trio che nell’album Zeno, dedica un brano a “l’ultima sigaretta”.
Per quanto riguarda Joyce ogni anno _ siamo arrivati alla sesta edizione _ si celebra il 16 giugno il Bloomsday, in onore del protagonista dell’Ulisse Leon Bloom, con mostre d’arte, riduzioni teatrali, musica e quant’altro. Il tutto ispirato a Joyce e alla faccia di chi Joyce non ha avuto il coraggio di affrontarlo, come me.
Al di là del Museo ci facciamo una bella chiacchierata, sull’importanza per Trieste di avere un Museo dedicato a Svevo; sull’importanza della sua ricollocazione in una zona più frequentata e forse anche di maggior prestigio, quale il Palazzo Biseri di Piazza Hortis _ pare si stia muovendo qualche cosa in questo senso se è vero quello che dice l’assessore Tassinari, di collocare la biblioteca civica in quell’enorme spazio, spesso inutilizzato, a ridosso del mare che è l’ex Pescheria e far posto ai Musei letterari in Piazza Hortis. Sarà Vero?
Facciamo anche qualche “babezzo” sugli eredi di Svevo, tanto che viene tirato fuori un albero genealogico!
Quindi, fumata l’ultima vostra sigaretta, entrate e venite a fare una capatina in questo interessante pezzo di storia e letteratura triestina.
Se poi siete fortunati potete anche trovare Riccardo!
Via della Madonna del Mare, 13, Trieste
040 301108
www.museosveviano.it
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