Natale è arrivato ed è già scappato.
L’ho passato a Verona, con la mia famiglia.
Una serena Vigilia con mia madre, i miei ragazzi e mio marito, mio zio, mia cugina con la sua famiglia.
Più bello del solito perché c’era ancora chi credeva nell’arrivo di Babbo Natale – la figlia di mia cugina.Una trepidante attesa, l’interrogativo di come abbia fatto ad entrare in casa, lo stupore di aver ricevuto proprio i regali desiderati, anche se la letterina non era stata spedita… Che Babbo Natale possa leggere nel pensiero?
Poi, tutti insieme intorno ad un’accogliente, quasi calda, tavola imbandita, a chiacchierare del più e del meno, a contemplare – i ragazzi – i propri regali, con un piccolo pensiero anche a chi è meno fortunato, per ritrovare e fare assaporare anche ai più giovani il Senso del Natale.
In tale direzione voleva andare anche mio zio quando si è messo a leggere a tutti noi, raccolti intorno alla tavola, alcuni brani tratti dalla raccolta di racconti di Buzzati “Il panettone non bastò”; il (non) senso dei regali, quali regali fare e quali sono totalmente inutili e stupidi, la vacuità di un Natale ridotto al solo scambio di doni…
Cosa aveva a che fare tutto ciò con l’arrivo di Babbo Natale?
Mia cugina si è iniziata ad agitare e tentava, senza farsi notare dalla figlia – facendo cenni con gli occhi e muovendosi nervosamente sulla seggiola – di attirare l’attenzione del solerte lettore, per interromperlo.
Mio zio, assorto ed incurante, continuava a leggere.
La piccola, come tutti i bambini, impermeabili a qualsiasi verità che possa apparire anche solo lontanamente sgradevole, apparentemente non seguiva l’impegnata lettura (o faceva finta).
Alla fine, con un intervento a tenaglia di tutti gli astanti, siamo riusciti a bloccare mio zio.
Babbo Natale, per questa volta, era salvo!