di Sarah Gherbitz
Festeggia 25 candeline il Trieste Film Festival, principale appuntamento con i migliori talenti delle cinematografie dell’Europa centro-orientale, che si apre venerdì 17 gennaio con l’anteprima dell’ultimo film di Denis Tanovic, e prosegue fino al 22 con una fitta sei giorni di proiezioni ed eventi tra Sala Tripcovich e Teatro Miela.
Di Tanovic, già Premio Oscar per “No Man’s Land”, verrà presentato “Un episodio nella vita di un cacciatore di ferraglie”, film che, girato nella Bosnia-Erzegovina in soli nove giorni con budget ridottissimo, racconta la vera storia di una famiglia Rom la cui madre è stata rifiutata dagli ospedali, e che vede come interpreti le persone che hanno davvero vissuto la vicenda.
Tra i titoli fuori concorso, da non perdere il georgiano “In Bloom”, vincitore all’ultimo Sarajevo Film Festival, incentrato sulla storia d’amicizia tra due ragazzine quattordicenni, Eka e Natia, sullo sfondo di una Tbilisi caotica e contraddittoria, in cui fremono sete di cambiamento e tradizioni radicate.
Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival: in gara, tra gli altri, anche “Losejas” del lituano Ignas Onynas, che affronta il tema della dipendenza dal gioco d’azzardo; “Quando la sera scende su Bucarest” del romeno Corneliu Porumboiu, ed “Il Grande Quaderno”, ispirato alla trilogia de “La Città di K.” della scrittrice ungherese Agota Kristof. Il concorso documentari propone 11 opere in anteprima nazionale, tutte provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree investigate dal festival: tra i titoli più attesi, c’è l’anteprima di “The Special Need” del friulano Carlo Zoratti, in programma sabato 18 al Miela.
Protagonista della masterclass (prevista per lunedì 20 al Teatro Miela) è Gianfranco Rosi, vincitore a Venezia con “Sacro Gra”, che sarà ospite del Festival per spiegare perché il cinema documentario sta conquistando il pubblico italiano. Novità di quest’anno, la sezione “Arthouse” in programma al Miela, propone tre film in cartellone che sanciscono l’incontro tra cinema e grandi figure dell’arte contemporanea in collaborazione con il Canale Sky Arte.
Gran finale mercoledì 22 gennaio, stavolta alla Tripcovich, con “The Man of Hope”, film biografico dedicato al sindacalista Lech Walesa e diretto dall’87enne maestro del cinema polacco Andrzej Wajda.