Ho avuto un black out creativo.
A dire la verità non ho avuto proprio il tempo materiale di scrivere. Perché un minimo di tempo e di concentrazione sono comunque necessari.
Invece di scrivere, mi sono dedicata a varie altre attività, sempre dirette all’unico fine ultimo della concretizzazione del blog, ma che con l’oggetto principale di esso, le parole, hanno molto poco a che fare.
In primo luogo ho organizzato, obbligando mio marito, la preziosa signora che qualche volta viene a stirare da me e suo marito, a svuotare la soffitta, bellissima, con vista golfo e castello di Miramare, che secondo i miei progetti dovrà diventare la sede del blog.
Un lavoro immane. Vecchi mobili di non si sa chi, la vecchia cucina Ikea, smontata in mille piccoli pezzi, un armadio pesantissimo sono finiti sulle spalle di mio marito e poi in discarica.
Io coordinavo i lavori!
Adesso la soffitta è vuota; manca il prossimo passo della ristrutturazione. Ci sto pensando (facendo venire i brividi a mio marito, che oramai ha ammainato la bandiera bianca e mi lascia, incredulo, fare).
Sono poi continuate le nostre interminabili riunioni per definire tutti i dettagli della nostra creatura (il blog).
Non sono sempre riunioni, diciamo, gioviali. Ogni tanto la tensione e lo scontro sono inevitabili.
Ognuna di noi ha le sue idee che porta avanti con una caparbietà che rasenta la testardaggine.
Daniela, in questo senso, è la più accomodante. Ma è anche quella che più volentieri si defila. Ogni tanto sparisce – non si sa dove vada, con chi …- non si fa trovare al telefono, blocca tutto il lavoro perché senza i suoi ok non ci pare corretto andare avanti.
Io e Paola, invece, continuiamo a vederci. Ogni tanto ci becchiamo e alziamo la voce. Siamo entrambe esuberanti e con quello che, si suole dire, un bel caratterino.
Never mind.
Dopo averci dormito sopra, ritorna sempre il sereno e tutto prosegue come se nulla fosse.